I pesci che mangiamo si cibano della plastica abbandonata in mare. Buon appetito.

700 specie di animali sono gravemente minacciate a causa dei rifiuti oceanici. Circa il 12,8% dei rifiuti è di plastica, il che causa grossi problemi alla fauna selvatica. Alcuni animali scambiano la plastica con il cibo, mentre altri possono rimanere impigliati nella spazzatura. Un modo in cui puoi aiutare la vita marina a non confondere la plastica per il cibo sarebbe ad esempio quello di evitare l’utilizzo di prodotti per il lavaggio del viso o il dentifricio contenenti microsfere. Le microsfere finiscono nello scarico, raggiungendo infine fiumi, laghi e l’oceano. Queste perline tossiche assomigliano molto al cibo per pesci e non è raro che pesci più grandi e tartarughe marine finiscano per mangiarli.

Questo senza parlare degli oggetti di plastica abbandonati in mare aperto: dalle buste ai contenitori rigidi, dalle bottiglie alle reti, dai giochi per bambini al temibile polistirolo. Tutti questi oggetti, una volta abbandonati in mare, tendono a sbriciolarsi frantumandosi a causa delle continue correnti marine. Il risultato è inquietante: minuscoli pezzetti di plastica vengono scambiati per cibo da pesci ed altri animali. Quelli che sopravvivono allo strozzamento finiscono poi spesso sulle nostre tavole. E indovinate un po’ chi paga le conseguenze dell’insensibilità dell’uomo? Gli stessi umani che quindi ricevono indietro l’inquinamento che essi stessi hanno causato. Ecco che aspetto ottiene la plastica una volta trattata dalle correnti marine:

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Il fenomeno, denominato da molti “lacrime di sirena” riguarda proprio questo: piccoli oggetti che apparentemente sembrano parte dell’ecosistema marino e che invece, attraverso un’attenta analisi, si rivelano essere l’ennesimo e drammatico esempio di inquinamento ambientale. Una situazione insostenibile che va assolutamente contrastata attraverso una costante campagna di sensibilizzazione, con formazione ed informazione dalle scuole ai luoghi di lavoro, sino ovviamente alla promozione della raccolta differenziata e alla riduzione dell’uso della plastica (nociva anche in casa perché dall’acqua in bottiglia ai cosmetici, le microplastiche possono essere facilmente ingerite) preferendo ad esempio l’acquisto di prodotti alla spina.

Di questo annoso problema se ne sta occupando 4Ocean.com, il sito dell’omonima organizzazione che da tempo si attiva per rimuovere la spazzatura dall’oceano sensibilizzando le persone a lavorare insieme per oceani più puliti, un chilo alla volta. L’organizzazione è nata per iniziativa di due surfisti dopo un’esperienza in Indonesia: li le acque sono devastate una quantità eccezionale di plastica nell’oceano, ma nessuno stava facendo nulla al riguardo. Un pomeriggio, Andrew Cooper e Alex Schulze si imbatterono in un vecchio villaggio di pescatori dove i pescatori stavano letteralmente spingendo la loro barca tra le cataste di plastica che erano state lavate a riva. I 2 surfisti hanno spiegato ai pescatori che qualcuno avrebbe dovuto fare qualcosa a riguardo per risolvere la questione altrimenti non sarebbe rimasto più pesce. Hanno persino continuato a spiegare che le loro reti da pesca sono lo strumento perfetto per raccogliere la plastica dall’oceano. “Ma non veniamo pagati per raccogliere la plastica” hanno detto, “veniamo pagati per pescare” … Questa linea è rimasta bloccata con i 2 surfisti e sapevano che era giunto il momento di colpire il tavolo da disegno. Dopo aver compreso che la domanda di pesce stava guidando i pescatori a concentrarsi sul pesce anziché sulla plastica, sapevano che dovevano creare qualcosa che potesse finanziare gli sforzi di pulizia desiderati. È così che è nato il bracciale 4Ocean, realizzato con la plastica recuperata dal mare. Realizzato con materiali riciclati, ogni braccialetto acquistato finanzia la rimozione di 1 chilo di spazzatura dall’oceano e dalle coste . In meno di 2 anni, 4Ocean ha rimosso 621,823 libbre di spazzatura dall’oceano e dalle coste. 4Ocean opera attualmente in più paesi e impiega oltre 150 persone in tutto il mondo. A segnalarci la notizia anche alcuni utenti del web (a tal proposito ricordiamo che scrivendo alla Pagina https://www.facebook.com/GloboChanneldotcom/ è possibile inviare segnalazioni, osservazioni anche con foto e video, inoltre è possibile seguire tutte le news anche su Telegram all’indirizzo https://t.me/globochannel).

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