Ecco perché nel nostro Sistema solare c’è una sola Terra: colpa di Giove

Nel nostro sistema solare, secondo uno studio, sono stati calcolati fino a sei pianeti “abitabili” in cui il sole potrebbe donare la vita. Ma a causa del gigante gassoso: Giove, siamo soli. Il planetologo Turrini ha dichiarato “Punteremo i telescopi dove potremo trovarne di più simili al nostro attorno alla stessa stella“.

Scoprire un pianeta simile al nostro, in cui ci sia vita, non solo sarebbe fantastico, ma ci farebbe anche comodo. Per quanto si sia parlato molto di Marte, al momento non è la situazione più adatta alle nostre esigenze. Nella “Via Lattea” sembra che Giove appunto sia il pianeta che non permetta allo sviluppo di altri pianeti simili all’interno del nostro sistema solare. Quando tutto ebbe inizio e le varie nubi e gas iniziarono ad aggregarsi per formare i vari pianeti. Il pianeta Giove ha assorbito la maggior parte dei gas e infatti oggi risulta avere oltre il 70% di massa rispetto a tutti gli altri pianeti della via lattea messi insieme. Questo ha inibito la formazione di altri pianeti simili alla terra.

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Il punto di riferimento per sviluppare questa teoria è stato osservare il sistema Trappist-1, in cui sono stati rilevati ben 7 pianeti simili alla terra, che orbitano intorno alla loro stella nè troppo vicino, nè troppo lontano, per questo motivo si ipotizza ci sia la presenza di acqua.
Mi sono chiesto quale sia il numero massimo di pianeti abitabili che può avere una stella – spiega l’astrobiologo della UC Riverside, Stephen Kane, prima firma del paper – e perché la nostra stella ne abbia solo uno. Non sembrava giusto!”.

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Dopo lunghi studi e lo sviluppo di algoritmi la risposta è stata 7. Il gruppo di ricerca ha ricreato secondo alcuni algoritmi un modello di sistema planetario, simulando la presenza di diversi pianeti simili alla terra, poi il tutto è stato accelerato per vedere dopo centinaia di milioni di anni cosa sarebbe successo. Il risultato è stato appunto 7 per le stelle più grandi, mentre per il nostro sole il massimo è di 6 pianeti.

E quindi i ricercatori si son chiesti come mai c’è solo il nostro pianeta nella nostra galassia, e lo studio porta a Giove, avendo una massa molto più grossa ha disturbato le orbite degli altri pianeti, sin dal principio. La maggior parte delle teorie attribuisce a Giove le caratteristiche attuali del Sistema solare. “Questo effetto lo vediamo nella fascia degli asteroidi, dove non si è formato un pianeta ma solo detriti – continua Turrini – che ha man mano deviato (e continua a farlo) e sono andati a fornire materiale per Terra e Marte. È l’effetto del suo campo gravitazionale, a lungo raggio. È come mettere un magnete più grosso in una scatola con tanti magneti piccolini: si allontanano tutti e si crea una regione di vuoto. Ma questo ha fatto sì, per esempio, che quegli stessi asteroidi e comete abbiano portato l’acqua sulla Terra“.

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Nel nostro sistema solare sia Venere che Marte sono al limite per poter essere definiti terre abitabili. Ma durante il processo evolutivo qualcosa è cambiato, ad esempio Venere è un inferno a causa della densa atmosfera ricca di anidride carbonica. E’ infatti il pianeta più caldo del sistema solare, la temperatura del suolo può arrivare fino a 450 gradi e la pressione arriva fino a 100 volte più della terra. Su Marte invece fa molto più freddo e l’atmosfera di anidride carbonica è molto sottile, non ha campo magnetico per schermare radiazioni, ma si spera di poter trovare tracce di vita passate nel sottosuolo.

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Ma c’è vita da qualche parte nell’universo? Ecco perchè si cerca un sistema solare che possa essere equilibrato al punto giusto per poter permettere ad altri pianeti di ospitare vita. Trappist-1, da questo punto di vista, è un modello quasi ideale. Tra i sistemi che conosciamo, è quello che ha avuto la vita più tranquilla di tutti – aggiunge il planetologo – mentre ci sono molti sistemi planetari che hanno avuto un’esistenza molto più turbolenta. Anche il Sistema solare, che un tempo si credeva molto tranquillo e stabile. E c’è la possibilità che, tra centinaia di milioni di anni, le orbite di Mercurio, Venere, Terra e Marte vengano destabilizzate proprio dall’influenza di Giove e Saturno“.

Un candidato ad essere ideale per la vita è Beta CVn (Beta Canum Venaticorum), si trova a circa 27 anni luce di distanza, poco sotto il Grande carro: “Questo sistema è interessante perché non presenta analoghi di giganti gassosi, come Giove o Saturno, entro una distanza critica – conclude Turrini – e la stella offre un picco di possibilità per impacchettare pianeti con orbite stabili. Un sistema candidato a future osservazioni, magari con i telescopi di nuova generazione che verranno lanciati nei prossimi anni come Plato dell’Esa, che andrà a caccia proprio di pianeti simili alla Terra. Mentre Habex della Nasa potrebbe addirittura fotografarli“. Alcuni ricercatori sono convinti che puntando dei radiotelescopi verso Beta CVn ci sarebbero buone probabilità di trovare forme di vita evolute in possesso di certe tecnologie particolari.

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Fonte: repubblica.it

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