In Sicilia la torre ottagonale, le similitudini con Castel del Monte e le possibili origini pre-medievali. Il più antico osservatorio astronomico-geodetico del Mediterraneo che ispirò Federico II?

La torre di Enna (Sicilia) – fonte foto embedd: Wikipedia.org

Il numero 8, nel paganesimo interpretato come simbolo dell’infinito e nel cristianesimo abbinato alla resurrezione eterna di Cristo, potrebbe essere stato uno stile utilizzato in più occasioni dall’imperatore Federico II di Svevia, che ha reso ottagonale una delle sue strutture medievali più note:

Castel del Monte (Andria, Puglia) – foto credits: VideoAndria.com

Oltre al famoso patrimonio UNESCO di Castel del Monte (situato nel territorio della città di Andria, in Puglia), infatti, in giro per l’Italia esiste anche un’altra struttura ottagonale, tutt’oggi avvolta da un alone di mistero. Oltre al castello pugliese, infatti, uno degli esempi più suggestivi è rappresentato dalla torre situata nella città di Enna (nella regione Sicilia) che però necessita ancora di studi approfonditi per l’eventuale conferma delle origini federiciane (origini che, invece, potrebbero essere persino clamorosamente smentite a favore di una Storia potenzialmente più antica):

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La torre di enna negli anni 40, prima del recente restauro moderno

 

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Secondo il racconto tramandato ma privo di documentazioni, la torre fu fatta edificare da Federico II per mano di Riccardo da Lentini nella prima metà del XIII secolo. A legittimare ufficialmente questa tesi fu Giuseppe Agnello [1]. Mancano però le fonti documentarie che comproverebbero tale paternità tenendo conto che, a parte il Castel del Monte in Puglia, di cui abbiamo dimostrazione che a volerlo fu Federico II nel 1237 [2], nessuna torre e castello furono costruiti in forma ottagonale dall’imperatore. I monumenti tipici di Federico II sono, ad esempio, il Castello Ursino a Catania e il castello Maniace a Siracusa. L’ipotesi spinta riguarderebbe proprio le caratteristiche architettoniche del manufatto, che potrebbe essere stato usato come residenza estiva dell’imperatore svevo. Tuttavia, anche quest’ultima ipotesi non gode di documentazioni accertate poiché, ufficialmente, l’imperatore fu ad Enna solo una volta. I documenti dell’epoca parlano infatti della visita di Federico nel 1233 quando da Castrogiovanni (come allora si chiamava Enna) scrisse a Papa Gregorio IX [3]. Federico II, in quell’occasione alloggiò presso il Castello di Lombardia allora conosciuto come “la casa dei regnanti[4]. Sarebbe stato impossibile che un imperatore avesse potuto dimorare all’interno della Torre ottagonale composta di due vani larghi appena quattro metri di lato e per lo più, al pianterreno, senza finestre. Altre fonti storiche [5][4] sostengono che a volere la Torre di Enna fosse stato Federico III, terzogenito di Pietro III di Aragona, incoronato “re di Sicilia” nel 1296. Tuttavia, anche in quest’ultimo caso, nessun documento antico proverebbe quanto detto. Tuttavia, con il passare del tempo, quel “il castel vecchio” [6],  è stata poi ribatezzata come Torre di Federico. Nei registri del catasto urbano di Castrogiovanni, conservati presso l’Archivio di Stato di Enna [7], è contraddistinta sempre con il nome di “Torre di Alcontres” [8]. Negli ultimi anni, taluni hanno tentato di ricostruire in maniera più approfondita la Storia di questa antica torre:

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Le indagini condotte dal colonnello del genio militare Umberto Massocco, intorno agli anni ’50 del XX secolo, con varie pubblicazioni [9] [10] [11], hanno consentito di definire la torre come un vero e proprio osservatorio astronomico, ipotesi sostenuta e promossa da Angelo Severino [12], al quale va il merito di aver dedicato molti anni alla ricerca di documenti mai pubblicati. L’inedita inchiesta storica ha permesso così di stabilire che la costruzione della Torre ottagonale di Enna possa risalire ai Siculi nell’XI secolo a.C., ovvero al periodo dell’individuazione del centro gromatico della Sicilia (Umbilicus Siciliae et Trinakie), subito dopo esserci stata la suddivisione dell’Isola in tre aree territoriali assegnate ai gruppi culturali che la popolavano (Elimi, Sicani e Siculi). L’ipotesi recentemente è stata altresì formulata osservando criticamente la struttura architettonica della Torre e ponendola in relazione ai dati geografici di riferimento ai sistemi software GIS [13]. A tal proposito, riportiamo qui sotto il link ad un video diffuso sul web che affronta i potenziali aspetti di osservazione astronomica riguardanti l’antica struttura:

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I Siculi, per realizzare questa importante opera, dovettero necessariamente avvalersi dell’aiuto di un àugure etrusco che, attraverso le sue cognizioni scientifiche e astronomiche, inizialmente delimitò e suddivise una parte di cielo sopra Enna (Templum Celeste) per proiettarlo idealmente sulla terra di Sicilia e tracciare una linea principale (il decumano massimo da Nord-Ovest a Sud-Est) e due linee perpendicolari fra loro (il cardine massimo da Sud-Sud-Ovest a Nord-Nord-Est e il cardine minore da Sud-Sud-Est a Nord-Est). La Delimitatio templum caelesti di Sicilia è quindi formata dal decumano e dai due cardini (massimo e minore) [12]. Sulla facciata Sud/Ovest della Torre ottagonale di Enna i Siculi riprodussero lo schema fondamentale della Delimitatio Templus Caeleste di Sicilia, tutt’oggi ancora ben visibile, formato dal decumano (otto finestrelle in verticale) e dai due cardini (in totale otto finestrelle parallele fra loro in orizzontale). Il punto esatto in cui il decumano incontra il primo cardine fu sacralizzato, interpretando il volere degli Dei, e definito il centro gromatico dell’Isola di Trinacria, l’Ombelico della Sicilia e, come creduto dagli antichi, il centro del Mediterraneo e del mondo. Di questa teoria sarebbe prova il fatto che la Torre risulta inserita all’interno di un sistema di torrette sparse nel territorio della Sicilia, secondo allineamenti ben precisi che costituiscono la base della triangolazione dell’Isola. I Siculi erano molto più evoluti dei Greci e avevano molte cose in comune con la cultura degli Etruschi: arte, astronomia, geodesia, religione e scienza. Una ricca ed approfondita ricerca indipendente sulle documentazioni potrebber aver svelato origini della torre ben più antiche del periodo federiciano. Link video:

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La Torre avrebbe previsto al piano terra uno spazio riservato all’agrimensura, ossia quella parte di topografia attinente alla misurazione, divisione e rappresentazione di terreni su carte a grande scala e, al primo piano lo studio della geodesia. Al primo piano si trovano due grandi finestre, di cui una guarda al punto iniziale del Cardine Minore (Nord/Est) ed è allineata al solstizio d’estate mentre, l’altra guarda alla fine del Cardine Massimo (Sud/Sud/Ovest), allineata al solstizio d’inverno. Il secondo piano della Torre (oggi non conservato) era forse destinato all’osservazione dei corpi celesti. In cima alla struttura è presente un’apertura formata da sette cerchi concentrici che si restringono progressivamente; attraverso l’osservazione di monumenti con simili caratteristiche, è stato supposto che questa particolare conformazione avesse lo scopo di catturare i raggi del sole allo zenit dell’equatore durante le fasi dell’equinozio. Se tutte queste ipotesi fossero confermate dall’indagine attualmente in corso, dovrebbe ammettersi che la Torre ottagonale di Enna non sarebbe affatto un edificio di età medievale ma, piuttosto, il primo (e forse l’ultimo superstite) osservatorio astronomico-geodetico nell’area del Mediterraneo. Si è trattato forse di una torre antichissima che ispirò Federico II per la realizzazione di Castel del Monte in Puglia? Il mistero continua ma quella forma ottagonale inconfondibile potrebbe Ulteriori informazioni su (torredienna.it).

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