Per taluni fa storcere il naso, per altri rappresenta un’opportunità irripetibile per coniugare sostenibilità e richiesta di mercato. Di sicuro, una cosa è certa:
La “bistecca vegana stampata 3D” è destinata a far discutere e se a qualcuno l’idea non piace affatto, tra i professionisti c’è anche chi sembra persino affascinato da tale tecnologia. “È geniale. È la cosa più intelligente che abbia mai visto in 45 anni di lavoro come cuoco. Quando ci lavori, quando ci cucini, ne vedi la bellezza” sostiene lo chef britannico Marco Pierre White che ha accolto l’arrivo delle bistecche stampate in 3d nel suo ristorante Mr. White’s di Londra:
La prima degustazione è si è svolta il 15 novembre 2021, con piena soddisfazione per lo chef che ha confermato l’introduzione delle bistecche con la tecnologia messa a disposizione dalla startup israeliana Redefine Meat. Si tratta di un mix di proteine di soia, piselli, ceci, barbabietole e grasso di cocco che imita per gusto la carne di manzo. Tuttavia, la questione è ben lontana da quella paventata da alcuni critici, che vedono in queste iniziative l’ingresso della cosiddetta “carne frankenstein” o “sintetica“:
In troppi casi, non ci rendiamo conto che ciò che viene presentato come “futuristico” non rappresenta altro se non un metodo alternativo per preparare ed unire svariati ingredienti, così come avviene già tra le mura domestiche quando, ad esempio, prepariamo una torta. Quello appena descritto, in sostanza, non è altro che uno strumento da cucina aggiuntivo per preparare una “polpetta vegana” (che al ristorante chiameranno “bistecca” per venderla a buon prezzo) da sempre presente nelle cucine di coloro che preferiscono con consumare carne. Cambia soltanto la procedura, ma il materiale è sempre di origine naturale. O almeno, si spera! A tal proposito, riportiamo qui sotto il link ad un video diffuso sul web:
Approfondimenti sulla startup israeliana: