Quel rifugio alpino della prima guerra mondiale incastonato nella parete rocciosa a strapiombo di una montagna nelle Dolomiti italiane

Foto embed: dailymail.co.uk

Immagini sorprendenti mostrano un rifugio italiano abbandonato della prima guerra mondiale incastonato in una parete rocciosa verticale nel massiccio del Monte Cristallo nel Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo:

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Non c’è una backdoor segreta (di cui siamo a conoscenza). Il rifugio, che si trova a oltre 2.700 m (8.858 piedi) sul livello del mare, è accessibile solo superando impegnative creste rocciose, come mostra questo video di YouTube:

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L’incredibile rifugio è stato costruito all’interno di una delle vette del massiccio, con muri in mattoni, tetto spiovente, due portoni e quattro finestre con cornice in legno. Alcune delle finestre sono chiuse. A prima vista, sembra che uscire dalla porta del rifugio significhi precipitare nella valle sottostante. Si ritiene che il rifugio sia stato costruito dai soldati italiani durante la prima guerra mondiale, in quella che era conosciuta come “La Guerra Bianca”, a causa delle condizioni di congelamento che i soldati dovettero affrontare. Il 23 maggio 1915 l’Italia dichiarò guerra all’Austria-Ungheria. Ne seguì una spietata battaglia tra l’Italia e le forze austro-ungariche nelle Dolomiti. Soldati e animali da soma trasportavano artiglieria e munizioni attraverso il terreno selvaggio e spietato, con percorsi di rifornimento e tunnel costruiti nella roccia e nel ghiaccio. Entrambe le parti hanno innescato valanghe per eliminare il nemico.

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I rifugi furono costruiti da questi soldati, che usavano scale di corda e teleferiche per accedere a punti difficili da raggiungere, per ripararsi dalle furiose battaglie. Chi percorre la Ferrata Ivano Dibona incontrerà il rifugio lungo il suo cammino. Una Via Ferrata, nota anche come “sentiero di ferro”, è un percorso composto da scale d’acciaio, pioli e cavi costruiti nella roccia, per aiutare gli scalatori ad attraversare in sicurezza le sezioni più estreme di una montagna. La Ferrata Ivano Dibona parte da Cortina d’Ampezzo, località sciistica e cittadina sul fiume Boite. Il percorso ‘richiede un alto livello di fitness’, secondo Cortina Dolomiti , che aggiunge che il Monte Cristallo ‘conserva ancora i segni lasciati dalla Grande Guerra’. Scalatori esperti accedono al rifugio salendo fino al crinale sottostante. Molti scattano fotografie quando raggiungono il rifugio, seduti sul davanzale della porta o in piedi all’interno:

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Ci sono molti altri rifugi bellici da scoprire lungo questi percorsi nelle Dolomiti, dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 2009. Negli ultimi anni, con lo scioglimento dei ghiacciai e dei ghiacci delle Dolomiti, hanno cominciato ad emergere nel disgelo le vicine Alpi dell’Ortles-Cevedale e dell’Adamello-Presanella, relitti della Guerra Bianca. All’inizio di quest’anno, sul Monte Scorluzzo in Lombardia, un campo di montagna perduto della prima guerra mondiale è stato scongelato, rivelando vestiti, cartoline e cibo in scatola che appartenevano alle truppe. Il conflitto, terminato sul fronte italiano il 4 novembre 1918, causò la morte di oltre 600.000 italiani e 400.000 austro-ungarici. Altri link a video della via Ferrata e Monte Cristallo:

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