La situazione pandemica nell’ultimo periodo è ripiombata nei blocchi, nelle chiusure e nelle restrizioni. Non solo in Italia, ma anche in tutto il resto d’Europa. Anche Amsterdam ha riattivato alcune misure di contenimento, solo che in questo caso sono stati chiusi centri di cultura come musei e sono rimasti aperti centri estetici, parrucchiere ed estetiste.
Emilie Gordenker, direttrice del museo Museo Van Gogh della città, ha avuto un’idea geniale. Ha trasformato le stanze del museo ( il più importante della città) in un salone di bellezza, immerso tra le opere d’arte. Qui una sedia da barbiere è stata posizionata al centro delle sale e l’arte la fa da padrona.
E’ stata una vera e propria protesta quella di Gordenke che dovrebbe far riflette ” possibile che in una palestra è più facile mantenere la distanza rispetto ad un museo?” Ma questo non è rimasto l’unico punto di protesta della città, anche il centro di dibattiti De Balie di Amsterdam ha trasformato il suo nome in “Società Filosofica, la Comunità della Ragione”, qui i visitatori possono partecipare a lezioni di potenziamento mentale e in altri casi alcuni luoghi di cultura si sono reinventate palestre di zumba. Siamo arrivati al punto in cui bisogna utilizzare ” la rivoluzione e la protesta in modo positivo, legandosi alla bellezza dell’arte e della conoscenza.”
Fonte: cultura.tiscali.it