C’è speranza anche per la cura delle malattie degenerative grazie ad uno studio – pubblicato nel 2022 – che ha approfondito sulle cellule T CAR capaci di mandare il lupus in remissione, facendo sperare che possa essere usato per curare malattie come la sclerosi multipla:
Trasfusioni di cellule immunitarie modificate per curare il lupus grave, una malattia autoimmune che può causare danni mortali a cuore, polmoni, cervello e reni. Circa l’80-90% dei pazienti a cui è stata diagnosticata questa malattia, hanno la possibilità di vivere oltre 10 anni dalla diagnosi. Tuttavia, il lupus grave causa anche gravi danneggiamenti agli organi. I medici affermano che l’apparente successo della nuova ricerca potrebbe aiutare esperti e pazienti ad affrontare anche altre condizioni autoimmuni come l’artrite reumatoide e la sclerosi multipla. Ad approfondire sull’argomento sono stati alcuni medici in Germania che hanno trattato cinque pazienti gravemente malati con la terapia con cellule T CAR dopo che altri trattamenti non erano riusciti a migliorare i loro sintomi:
L’approccio si è dimostrato efficace nella lotta contro alcuni tumori da quando è stato utilizzato per la prima volta in un paziente affetto da leucemia nel 2015. La terapia con linfociti T CAR prevede la raccolta dei linfociti T del paziente, un componente chiave del sistema immunitario, e la loro modifica in modo che attacchino nuovi bersagli, come le cellule tumorali, quando vengono infusi di nuovo nel corpo. In questo nuovo lavoro, i medici hanno prelevato i linfociti T dai pazienti affetti da lupus e li hanno modificati in modo tale da indurli ad attaccare i linfociti B dei pazienti:
Nel lupus, infatti, i linfociti B producono autoanticorpi, che invece di difendere il corpo dagli agenti patogeni invasori, attaccano invece i tessuti sani. Il nuovo trattamento ha portato la malattia alla remissione in tutti e cinque i pazienti, che ora non hanno assunto farmaci per il lupus da tre a 17 mesi. Secondo lo studio su Nature Medicine, la terapia in effetti ha spazzato via i linfociti B aberranti dei pazienti e migliorato notevolmente le loro condizioni. La malattia ha colpito più organi in tutti e cinque i pazienti, ma dopo la terapia i sintomi gravi, tra cui artrite, affaticamento, fibrosi delle valvole cardiache e infiammazione polmonare, sono tutti risolti. Gli esami del sangue sui pazienti hanno mostrato che i loro linfociti B si sono ripresi circa quattro mesi dopo il trattamento, ma non hanno più prodotto anticorpi aberranti, guarendo, di fatto, dalla malattia. Gli autori ipotizzano che la terapia abbia portato a un “riavvio del sistema immunitario”.
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