La fase calda medievale era più fredda di quanto si pensasse e il riscaldamento attuale
è senza precedenti negli ultimi 1200 anni. Lo dimostra un nuovo studio internazionale
pubblicato su «Nature» e coordinato dall’Università degli Studi di Padova e dall’Istituto Federale Svizzero di Ricerca per la Foresta, la Neve e il Paesaggio (WSL). Nuove misure su un arco temporale di 1200 anni, basate sugli anelli degli alberi, mostrano che stiamo vivendo un riscaldamento senza precedenti. Questo il risultato principale emerso dalle ricerche di un team internazionale coordinato dal. Prof. Marco Carrer dell’Università di Padova e da Georg von Arx del WSL: Fennoscandian tree-ring anatomy shows a warmer modern than medieval climate.
I modelli del sistema terrestre e varie fonti proxy climatiche indicano che il riscaldamento globale non ha precedenti almeno durante l’era volgare 1 . Tuttavia, i proxy degli anelli degli alberi spesso stimano le temperature durante l’anomalia climatica medievale (950-1250 CE ) che sono simili o superano quelle registrate per il secolo scorso 2 , 3 , in contrasto con gli esperimenti di simulazione su scala regionale 4 . Ciò non solo mette in discussione l’affidabilità dei modelli e delle proxy, ma contribuisce anche all’incertezza nelle proiezioni climatiche future 5. Lo studio dimostra che il clima attuale della Penisola Fennoscandiana è sostanzialmente più caldo di quello del periodo medievale:
Ciò evidenzia il ruolo dominante del forcing antropogenico nel riscaldamento climatico anche a scala regionale, riconciliando così le incongruenze tra ricostruzioni e simulazioni dei modelli. Abbiamo utilizzato un record di anelli degli alberi di 1.170 anni risolto annualmente che si basa esclusivamente su misurazioni anatomiche tracheidi degli alberi di Pinus sylvestris, fornendo misurazioni ad alta fedeltà della variabilità della temperatura strumentale durante la stagione calda. Chiediamo quindi la costruzione di più record millenari per migliorare ulteriormente la nostra comprensione e ridurre le incertezze sui cambiamenti climatici storici e futuri su scala interregionale e infine globale.
Il Medioevo e i secoli successivi sono stati turbolenti, anche dal punto di vista climatico: non solo si è verificata la famosa “Piccola Era Glaciale“, ma anche il suo opposto: il “Periodo Caldo Medioevale“. Quest’ultimo ha rappresentato una fase di insolito riscaldamento ma è sempre stato un rompicapo per i ricercatori poiché le ricostruzioni climatiche prodotte sinora con gli anelli degli alberi sembravano indicare temperature anche più elevate di quelle attuali. Non esisteva però una spiegazione fisica plausibile in grado di giustificare tale riscaldamento eccezionale. I modelli climatici, infatti, indicano per il Periodo Caldo Medioevale temperature sì miti ma non così elevate.
legno. «Ogni singola cellula in ogni anello registra informazioni climatiche relative al momento della sua formazione. Analizzando centinaia, talvolta migliaia di cellule per anello, è possibile ottenere informazioni climatiche straordinariamente precise», spiega il primo autore dello studio e ricercatore del WSL, Jesper Björklund. Per questa indagine i ricercatori hanno misurato le pareti cellulari di 50 milioni di cellule provenienti da 188 pini silvestri (Pinus sylvestris) vivi e morti. I loro anelli annuali coprono un periodo di circa 1200 anni. Sulla base di queste misurazioni, i ricercatori hanno quindi ricostruito le temperature estive nella regione e le hanno confrontate sia con le simulazioni dei modelli climatici regionali sia con le precedenti ricostruzioni basate sulla densità degli anelli annuali.
indicano come le temperature medioevali fossero più basse di quanto si pensava in precedenza -. afferma Georg von Arx –. All’opposto, si conferma che il riscaldamento attuale è senza precedenti, almeno nell’ultimo millennio». «Questi risultati da una parte contribuiscono ad avere fiducia nelle proiezioni dei modelli climatici e dall’altra sottolineano, in parte, il ruolo chiave delle attività antropiche nel determinare la fase di riscaldamento che stiamo sperimentando attualmente» avverte Carrer. Lo studio scientifico su https://www.nature.com/articles/s41586-023-06176-4.