Se pensavi di essere sicuro di bere acqua in bottiglia, ripensaci. The Guardian riferisce che un nuovo studio commissionato da Orb Media ha rilevato microplastiche nel 90 percento di 259 bottiglie d’acqua testate. Esaminando diversi marchi in nove diversi paesi, gli scienziati dell’Università statale di New York a Fredonia hanno riferito che alcune delle bottiglie contenevano il doppio delle particelle di plastica dell’acqua di rubinetto che avevano precedentemente studiato .
Per evidenziare le particelle in un dato campione, gli scienziati hanno utilizzato la colorazione Nilo capace di evidenziare la quantità di plastica all’interno delle acque, sebbene The Guardian prenda atto del fatto che lo studio non è stato pubblicato su una rivista peer reviewed. Detto questo, lo sviluppatore della tecnica, lo scienziato della University of East Anglia, Dr Andrew Mayes, ha detto al giornale che era soddisfatto che lo studio fosse stato condotto con cura, come avrebbe fatto nel suo laboratorio.
Ecco una lista di tutti i marchi che Orb Media ha affermato sono stati testati nello studio: Aqua (Danone), Aquafina (PepsiCo), Bisleri (Bisleri International), Dasani (Coca-Cola), Epura (PepsiCo), Evian (Danone), Gerolsteiner (Gerolsteiner Brunnen), Minalba (Grupo Edson Queiroz), Nestlé Pure Life ( Nestlé), San Pellegrino (Nestlé) e Wahaha (Gruppo Hangha Wahaha).
Delle 259 bottiglie d’acqua testate, solo 17 erano prive di plastica. Il resto conteneva frammenti di polipropilene, polistirolo, nylon o polietilentereftalato (PET). Nestlé si è dichiarata non soddisfatta del metodo utilizzato per testare l’acqua, riferendo a CBC News che l uso di colorante rosso Nilo poteva “generare falsi positivi”.
Il modo in cui l’ingestione della plastica colpisce gli esseri umani non è ancora sicuro al 100% in quanto si tratta di un campo di studio emergente, secondo il National Institutes of Health. Tuttavia, essi osservano in un rapporto del 2017 : “Se inalate o ingerite, le microplastiche possono accumularsi ed esercitare tossicità localizzata delle particelle inducendo o migliorando una risposta immunitaria. La tossicità chimica potrebbe verificarsi a causa della lisciviazione localizzata di monomeri componenti, additivi endogeni e inquinanti ambientali adsorbiti. Si prevede che l’esposizione cronica sia di maggiore preoccupazione a causa dell’effetto cumulativo che potrebbe verificarsi. “