Prima le offese, poi le scuse: scintille tra Usa e Israele

Il ministro della Difesa israeliano presenta le sue scuse al segretario di Stato americano John Kerry, bollato come “mediatore ossessivo” e animato da pulsioni “messianiche”.

Parole pronunciate in privato ma filtrate su uno dei tabloid più letti in Israele. Una sfuriata in piena regola quella del ministro Moshe Yaalon, che ha liquidato il piano di sicurezza regionale appena presentato da Kerry come un testo che “non vale il prezzo della carta su cui è scritto”.

Dura la reazione del dipartimento di Stato statunitense: “Se confermati – aveva detto una portavoce – questi commenti sono oltraggiosi e inappropriati, tanto più se si considera tutto quello che gli Stati Uniti fanno per la sicurezza di Israele e quanto continueranno a fare”.

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La presa di distanza del premier israeliano Netanyahu non era bastata a placare Washington. Ora le scuse del ministro rimetteranno le cose a posto, ma solo in superfice.

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