Emergono dettagli sconvolgenti nelle dichiarazioni rilasciate in una vecchia intervista di Bruno Vespa. Dall’intervista video, emerge un lato decisamente più “democratico” di Hussein, distante con l’immagine del dittatore maligno dipinto dai media nel corso del periodo delle due guerre del Golfo, che hanno portato alla morte di migliaia di persone e alla destabilizzazione dell’Iraq con la nascita di pericolosi gruppi terroristici, Isis in primis. VIDEO:
Il leader assoluto dell’Iraq dal 1979 al 2003 in un regime considerato dittatoriale, quando venne destituito in seguito all’invasione anglo-americana in quella che è conosciuta come seconda guerra del Golfo.
Il partito Baʿth aveva un programma progressista e socialista che puntava alla modernizzazione e alla secolarizzazione dell’Iraq. Saddam Hussein si attenne alla linea del suo partito e proseguì le riforme modernizzatrici iniziate dai suoi predecessori, completando riforme quali la concessione alle donne di diritti pari a quelli degli uomini, l’introduzione di un codice civile modellato su quelli dei paesi occidentali (che sostituì la Sharīʿa) e la creazione di un apparato giudiziario laico, che comportò l’abolizione delle corti islamiche.
Dopo essere stato incaricato di sovrintendere alla nazionalizzazione dell’industria petrolifera irachena (1972), Saddam utilizzò una parte consistente dei profitti petroliferi per programmi di stato sociale (istruzione gratuita e obbligatoria; sanità pubblica gratuita) e per modernizzare le infrastrutture e l’economia dell’Iraq, ad esempio portando l’elettricità in tutto il Paese.
Hussein fu giustiziato il 30 dicembre 2006, in esecuzione di una sentenza di condanna a morte pronunziata da un tribunale speciale iracheno – confermata in appello – per crimini contro l’umanità. La sua esecuzione ha destato scalpore e polemiche in tutto il mondo.