Fusione Wind-Tre Italia: è ufficiale. C’è l’ok dall’UE. Ecco cosa cambierà per i servizi offerti.

tre-windL’incorporazione, annunciata durante l’Agosto dello scorso anno, è stata recentemente accettata dal garante delle telecomunicazioni dell’Unione Europea, il quale ha di conseguenza dato il nulla osta all’operatore francese Illiad, il quale diverrà il quarto carrier mobile del nostro paese dopo che la fusione tra Wind e Tre andrà definitivamente in porto.

Sì alla fusione tra Wind e H3G. La Commissione europea ha dato un via libera condizionato alla joint venture tra le due compagnie di telecomunicazioni che controllato gli operatori italiani, rispettivamente Vimpelcom e Hutchinson. E la conditio sine qua non è la cessione di spazi per l’ingresso nella penisola di un nuovo gruppo, Iliad, telco francese che ha vinto la trattativa per acquistare gli asset che Wind e H3G devono cedere in Italia per poter procedere alle nozze. “Questa soluzione compensa la perdita di concorrenza e assicura che l’operazione non penalizzi gli utenti italiani”, è il commento della Commissione europea.

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Come riporta Wired, l’operazione tra Vimpelcom e Hutchinson aveva sollevato le riserve di Bruxelles, che lo scorso marzo aveva avviatoun’inchiesta sulla joint venture. Secondo gli uffici guidati da Margrethe Vestager, commissaria alla concorrenza, aveva evidenziato che “l’operazione avrebbe eliminato la concorrenza tra due operatori forti e creato il più grande operatore nel mercato italiano della telefonia mobile al dettaglio”, con la conseguenza che “verosimilmente l’operazione avrebbe comportato meno possibilità di scelta e un calo nella qualità dei servizi per i consumatori, e che i prezzi al dettaglio della telefonia mobile praticati da tutti gli operatori sarebbero aumentati in misura superiore”.

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Inoltre, l’indagine paventava un rischio di cartello tra Tim, Vodafone e la joint venture, che avrebbero potuto “coordinare il loro comportamento concorrenziale”, e la riduzione di operatori disponibili ad affittare infrastruttura ad altre compagnie telefoniche, come Postemobile e Fastweb. Bruxelles, quindi, ha posto le condizioni alla joint venture: cedere una quota dello spettro radio mobile a un nuovo operatore, condividere i siti per le stazioni base mobili e offrire alla new entry un accesso a 2G, 3G, 4G e nuove tecnologie finché non avrà costruito una propria rete.

Incassato l’ok della Commissione europea, Vimpelcom e Ck Hutchison puntano a chiudere l’operazione entro la fine dell’anno. Secondo i due colossi, il primo, sede ad Amsterdam, e il secondo di Hong Kong, l’integrazione “creerà un nuovo e più forte operatore, con oltre 31 milioni di clienti nel mobile e 2,8 milioni nel fisso (di cui 2,5 milioni broadband), che aumenterà il livello competitivo del settore e sarà in grado di soddisfare i rapidi cambiamenti di mercato, come la crescente domanda di dati e di servizi digitali”. Con 21mila siti e più frequenze disponibili, la nuova compagnia, che sarà guidata da Maximo Ibarra, oggi amministratore delegato di Wind, punta a “sbloccare investimenti per 7 miliardi di euro in infrastrutture digitali in Italia”, tra cui gli stanziamenti destinati alla fibra in tandem con Enel.

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E la joint venture, stando ai conti dei due gruppi, “realizzerà importanti efficienze per un valore attuale di oltre 5 miliardi di euro, al netto dei costi di integrazione. I ricavi complessivi delle due società nel 2015 ammontavano a 6,25 miliardi di euro. Il merger, in generale, rappresenta una delle più grandi operazioni di m&a (mergers and acquisitions, ndr) realizzate in Italia dal 2007”.

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Il semaforo verde di Bruxelles vale anche per Iliad, approvato “quale acquirente delle attività cedute da Hutchison e Vimpelcom”. Di chi si tratta? La compagnia telefonica, la numero quattro in Francia, è stata fondata da Xavier Niel e possiede Free Mobile, una sorta di low cost del traffico su telefonino. Iliad ha messo in campo 1,5 miliardi di euro per assicurarsi gli asset di Wind e H3G e ora ha la strada spianata per entrare nel mercato italiano. Niel è pratico del Belpaese, perché fino a un mese deteneva quote in Telecom, cedute quando la trattativa con Hutchinson e Vimpelcom è arrivata al traguardo. Il commento alla fusione di Flavio Cattaneo, amministratore delegato di Telecom, che ha presentato oggi la nuova offerta commerciale del gruppo, è che “oggi la notizia è che invece di essere in quattro siamo in tre. Solo così, semplicemente direi che è è leggermente meglio. Mi aspetto un mercato migliore di quello precedente. Tra l’altro, si è dimostrato negli ultimi 10-12 anni che con i prezzi bassi non si guadagna“. “Se poi ci sarà anche un quarto – ha aggiunto riferendosi a Iliad – lo vedremo e vedremo cosa farà“.

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