Ungheria: 92% dei votanti vota contro accoglienza ai migranti – Orbàn: “Bruxelles non può imporre”

orbanIl 92% dei votanti si è espresso contro l’accoglienza ai migranti anche se al referendum ha partecipato meno del 40% degli elettori (39,8%) a fronte della soglia di validità del 50%. Dal punto di vista legale, quindi, il referendum, sarebbe privo di valore in base alle norme vigenti ungheresi. I media europei hanno subito approfittato della mancanza del quorum per definire quello di Orban un “fallimento”.  Secondo Attila Juhász, analista politico, le conseguenze per Orbàn dovrebbero essere evidenti soprattutto sulla scena internazionale.  Il rimo ministro dell’Ungheria dal 2010 e leader del partito Fidesz-Unione civica ungherese, viene spesso definito “autoritario e dittatore” dai media europei e un “populista“, nonostante l’elezione democratica e l’appartenenza centrista e non estremista. Il tutto mentre nei paesi “democratici” come in Italia, i referendum vengono spesso rimandati ed ostacolati.

“Bruxelles oppure Budapest, è questa la domanda che si pone e abbiamo deciso che il diritto di prendere questa decisione appartiene solo a Budapest” –  ha detto Orban dopo la pubblicazione dei risultati. “La domanda, molto semplice, è se Bruxelles e la comunità democratica dell’Unione Europea possono imporre la propria volontà ad uno Stato membro in cui il 92% dei votanti ha detto no. Vi prometto, prometto a tutti i cittadini ungheresi che farò tutto il possibile per evitare che accada” – sostiene Viktor Orban.

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Euronews attacca: “Il fallimento politico del refereundm in Ungheria è tale che qualunque logica vorrebbe, se non le dimissioni, per lo meno un’inversione di rotta a 180° nella sua strategia. Invece il populista Viktor Orban persiste e rivendica il risultato della consultazione contro le quote d’immigrati“.

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Il premier: cambio la legge, la Ue non può costringerci ad accoglierli

«Siamo orgogliosi di questo risultato. Dimostra che il diritto di decidere spetta a Budapest, non a Bruxelles, da oggi la nostra voce è più forte». Il premier ungherese Orban sorride a denti stretti, l’affluenza è lontana dal trionfo plebiscitario dato per certo dopo una durissima campagna durata 18 mesi e cominciata con l’annuncio della costruzione del muro al confine con la Serbia per fermare l’«invasione» e chiudere la rotta balcanica.

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«Come al solito», dice il portavoce del governo Zoltan Kovacs , «guardate il dito e non la luna». Il referendum «è stato una vittoria». Certo, precisa, «una vittoria per la democrazia» perché Orban non ha comunque ottenuto l’obiettivo previssato (il quorum), e aggiunge: «Il messaggio arriverà a Bruxelles in modo chiaro, il 98% degli ungheresi ha detto no alle quote».

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«Da oggi le cose cambieranno, andiamo avanti» – ha fatto sapereOrban. VIDEO:

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