Per la prima volta in assoluto gli astronomi sono stati in grado di osservare direttamente i potenti getti di materia emessi da un buco nero mentre distrugge una vicina stella. “Non siamo mai riusciti ad osservare la formazione e l’evoluzione di uno di questi getti“, ha detto Miguel Perez-Torres dell’Istituto Astrofisico dell’Andalusia a Granada, in Spagna. Il fenomeno è stato seguito negli ultimi anni da vari radiotelescopi e telescopi infrarossi puntati sulla coppia di galassie in collisione chiamata “Arp 299“, a circa 150 milioni di anni luce dalla Terra. Nel nucleo di una delle due galassie un buco nero grande 20 milioni di volte il nostro Sole ha deformato e sfilacciato una stella delle dimensioni di circa due volte il Sole innescando una catena di eventi che ha rivelato dettagli molto importanti sul fenomeno chiamato “distruzione mareale“.
L’attrazione gravitazionale di un buco nero è così potente che nemmeno la luce riesce a sfuggire. Gli scienziati ipotizzano che durante questo processo, il materiale strappato da una stella limitrofa formi una spirale attorno al buco nero con getti di materia che muovendosi a velocità prossime alla luce emettono raggi X e luce visibile. Tutto inizia il 30 gennaio 2005, quando dall’Osservatorio del Roque de los Muchachos (isole Canarie) il telescopio William Herschel mostra agli scienziati una forte emissione di raggi infrarossi proveniente dal nucleo di una delle due galassie di Arp299. Nel giugno dello stesso anno il radiotelescopio interferometrico VLBA (10 antenne che coprono un diametro di 8000km) rivela una nuova, distinta sorgente di emissioni radio dallo stesso punto.
All’inizio si era pensato all’esplosione di una supernova, ma negli anni successivi l’emissione di onde radio è andata aumentando. “Con il passare del tempo, il nuovo oggetto risultava ben evidente all’infrarosso e nelle onde radio, ma non nella luce visibile e ai raggi X – dice Seppo Mattila dell’Università di Turku, in Finlandia – la spiegazione più plausibile era che il denso gas interstellare e polvere assorbivano luce e raggi X, poi reirradiati sotto forma di infrarosso“. Un decennio di osservazioni ha mostrato come la sorgente di emissioni radio si espandesse in una singola direzione, proprio come un getto. Osservare questo fenomeno, dice Perez-Torres, “è un’opportunità unica per migliorare le nostre conoscenze sulla formazione e l’evoluzione dei getti di materia attorno a questi potenti oggetti cosmici”. (Fonte: RaiNews).