Variegata e dalla lunga Storia, la società romana ha rappresentato, anche nei secoli successivi alla sua scomparsa, un vero e proprio punto di riferimento per usanze, tecniche ed invenzioni. A queste, si aggiungono anche circostanze a dir poco assurde che hanno caratterizzato soprattutto l’aspetto sfarzoso e controverso di nobili e sovrani. Ma partiamo con gli aspetti riguardanti l’eredità storica:
In merito alle tecniche di medicina, ovviamente arcaiche per i giorni nostri, occorre ad esempio ricordare l’importante contributo dei romani per l’invenzione dello speculum vaginalis, adatto per le visite dei genitali, si rivelò capace di migliorare gli interventi su ferite importanti (ad esempio, danni causati nei campi di battaglia). Tale strumento fu poi abbandonato nel Medioevo per contrasti di tipo religioso ed etico. Sempre in ambito medico, i romani crearono ed usarono quelle che potrebbero essere considerate come delle vere e proprie garze: si trattava di bende composte da ragnatele, miele ed aceto. A queste invenzioni positive, si aggiunsero però usanze controverse e a volte persino assurde:
L’urina, ad esempio, veniva utilizzata come dentifricio – poiché i romani ritenevano che la pipì umana fosse caratterizzata da un’azione sbiancante. I liquidi espulsi dai cittadini nei bagni pubblici, ritenuti come risorsa, venivano recuperati spesso da pozzi neri per lavare pelli animali ed altro. L’urina processata veniva utilizzata per smacchiare gli indumenti, divenendo nel tempo un vero e proprio prodotto per l’igiene e fu soggetto anche a tassazione. A proposito di economia, nell’ambito del commercio, possiamo facilmente abbinare la società romana ai grandi mercati:
I mercati furono ideati sostanzialmente dai romani, che realizzarono anche mercati all’ingrosso e negozietti di ogni genere. Tra i vari esempi, quelli recentemente analizzati negli scavi di Pompei. Tra modi e costumi, non potevano poi mancare gli indumenti: Il vestito – la tunica usato come indumento “casual” dei cittadini romani. La toga veniva invece considerato come un vero abito da sfoggiare in occasioni speciali:
Doveva trattarsi probabilmente di un modo per sottolineare le differenze tra gli schiavi ed i soggetti appartenenti a famiglie nobili. Tra i vari colori utilizzati, il viola veniva considerato esclusivamente per gli imperatori ed un uso non autorizzato poteva persino portare alla pena di morte. Cene di gran gala – altro tipo di modalità promosse spesso dalle categorie più benestanti nello sfarzo, con decorazioni eccentriche e piatti piuttosto ricchi. Il fenomeno mancinismo nel periodo romano fu affrontato con molte difficoltà – sinister divenne un termine per indicare qualcosa di maligno, mentre, persino nei matrimoni l’utilizzo della fede posta sempre e solo alla mano sinistra (usanza in voga ancora oggi), si ispirava a questo pregiudizio nei confronti dei mancini e veniva praticata con l’intento di scacciare negatività.
L’organo genitale maschine (il pene) veniva considerato come un simbolo di salute e fortuna e veniva spesso rappresentato in maniera esagerata nelle raffigurazioni oppure replicato in appositi portafortuna che venivano regalati come bomboniere nelle occasioni speciali. I travestiti potevano essere accettati nella società romana che ricorda nella sua Storia persino un imperatore. L’imperatore Gaio Giulio Cesare Augusto Germanico (noto come imperatore Caligola), era noto per le sue stravaganze, oltre che per essere un despota a quanto pare abituato anche a forme di depravazione. Secondo alcune fonti, Caligola sarebbe apparso in pubblico vestito da donna in più circostanze. Non fu certo l’unico imperatore stravagante per l’epoca:
Eliogabalo, controverso imperatore cui modi di fare, forse, non erano poi molto diverse dai crimini di guerra perpetrati dai nazisti, maltrattava la sua geste e la costringeva ad atti assurdi e deplorevoli. Si narra ad esempio che, durante un suo banchetto, costrinse gli invitati a farsi ricoprire di talmente tanti petali di fiore che questi causarono il decesso di alcuni dei presenti. In un altro racconto, si narra di invitati costretti a mangiare materiale non commestibile. Al mondo della perversione romana si aggiunse la controversa Storia di Messalina:
Come riportavamo in un precedente approfondimento, infatti, la terza moglie dell’imperatore romano – nonché una cugina paterna dell’imperatore Nerone e cugina di secondo grado dell’imperatore Caligola e bisnipote dell’imperatore Augusto – avrebbe cospirato contro suo marito nel corso di una presunta vita mondana che le costò la vita attraverso una condanna a morte. Secondo alcune cronache dell’epoca, la donna avrebbe persino sfidato una prostituta vincendo una insolita scommessa con 25 rapporti differenti in 24 ore. Una storia ancora discussa tra la lettura delle cronache ed il dubbio su cospirazioni contro di essa. Come abbiamo potuto constatare in questo breve ma curioso viaggio, la Storia della società romana può ancora oggi aiutarci a comprendere le incredibili potenzialità del genere umano, sia in ambito creativo che nelle sue sfumature più discutibili.
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