Così gli africani nascondevano nelle treccine le mappe per fuggire dalla schiavitù

E’ una tradizione quella di vedere le treccine sulle teste degli abitanti dell’Africa, oggi è una vera moda, ma in passato era un modo per scappare dalla schiavitù. Sono molto belle da vedere, donano stile, ma la storia che è nascosta dietro le treccine africane è molto profonda, infatti quelle trecce nascondevano delle mappe.

Nelle società africane, oggi le trecce indicano la comunità di appartenenza, l’eta, lo stato civile, la religione. Sono molto particolari anche nel modo in cui vengono realizzate, sono molto vicine al cuoio capelluto e vengono intrecciate in un movimento ascendente per creare una singola linea singola per ogni treccia.

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Le treccine sono molto antiche, esistono infatti raffigurazioni antiche risalenti all’età della pietra nell‘Altopiano di Tassili nel Sahara datate 3000 a.C. Anche dipinti di nativi americani datati a 1000 anni fa. Durante la tratta degli schiavi sono state utilizzate tantissimo, alcuni erano costretti a rasarsi, altri invece realizzavano treccine proprio per disegnare mappe per fuggire dalle piantagioni.

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In Colombia Benkos Bioho, re africano catturato, era riuscito a costruire a San Basilio de Palenque un villaggio nel 17esimo secolo, aveva creato una sua comunità e una sua lingua e aveva utilizzato proprio il metodo delle trecce per poter diffondere i messaggi.

EdTimes scrive: “Dato che agli schiavi veniva raramente concesso il privilegio di scrivere o comunque era sconveniente farlo per paura che ciò finisse in mani sbagliate e creasse problemi alle persone, quindi le treccine erano il modo perfetto per far circolare informazioni simili. Nessuno all’epoca poteva avere il dubbio o pensare che si potessero nascondere mappe nelle acconciature”.

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Le sottili trecce attaccate al cuoio capelluto testimoniano la resistenza delle nonne africane che impiegavano a pianificare le fughe dalle tenute e dalle case dei loro padroni. Le donne si radunavano nei cortili per pettinare, progettavano sulle teste le mappe fatte di sentieri e vie di fuga, in modo tale da riuscire a trovare le montagne, i fiumi e gli alberi più alti. Gli uomini quando le vedevano sapevano quali strade prendere. Il codice sconosciuto ai padroni permise agli schiavi di fuggire”.

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Oltre alle mappe, nelle trecce erano conservate messaggi di libertà: “Al tempo della schiavitù in Colombia, le treccine mandavano dei messaggi. Ad esempio, per segnalare che si voleva scappare si facevano trecce spesse e strette al cuoio capelluto nella parte superiore”.

Le trecce curve indicavano delle strade per scappare. Inoltre tra i capelli più folti venivano conservate pepite d’oro che potevano servire nella fuga. Le forme che si potevano creare erano davvero tantissime e questo ha dato la possibilità di comunicare tantissime cose tramite le trecce. Racconta un pò di schiavitù e quella lotta verso la libertà.

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Fonte: greenme.it

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