Gabbie per l’osservazione degli squali: un’attrazione da evitare? Troppi gli incidenti, anche mortali per i pesci (che restano incastrati). Meglio non finanziare queste attività – video

The Guardian

È una domanda che riceviamo molto dai subacquei appassionati di squali che cercano di prenotare le loro avventure di immersioni in gabbia di squali bianchi sull’isola di Guadalupe (e non solo). I grandi squali bianchi sono animali straordinari e potenti e li incontriamo sull’isola di Guadalupe dal 2000. Sebbene gli squali bianchi siano carnivori, non predano preferenzialmente i subacquei o anche gli esseri umani in generale. A meno che i subacquei non siano nel box degli squali quando non dovrebbero esserlo, gli squali bianchi non rappresentano un reale pericolo per noi umani. La questione, casomai, può rivelarsi più pericolosa proprio per questi grandi pesci:

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Come regola generale, gli squali bianchi a volte attaccano gli esseri umani, ma tali attacchi sono estremamente rari. Dal 2000 (2000-2017), ci sono stati in media 65 attacchi di squali ogni anno in tutto il mondo, e solo 5 di loro si sono rivelati mortali. Questi numeri includono attacchi a subacquei, nuotatori, surfisti, ecc. Nessuno di questi attacchi è accaduto a subacquei in gabbia per l’osservazione di squali bianchi, tenendo presente che, per ragioni ovvie, le immersioni in gabbia di squali sono statisticamente sicure per gli esseri umani. Ma se parlassimo invece di squali deceduti a causa di queste attività, i numeri sarebbero destinati inevitabilmente a cambiare. In alcuni casi, troppi, questi grandi pesci predatori sono rimasti gravemente feriti e, in casi minoritari, hanno clamorosamente perso la vita davanti agli occhi dei turisti increduli. Questi incidenti avvengono nel momento in cui gli squali tentano di infilarsi tra le sbarre delle gabbie, restando a volte incastrati. Alcuni di loro riescono a liberarsi dopo atroci sofferenze, mentre altri perdono la vita a causa delle lesioni e del dissanguamento. E’ il caso di questo triste filmato diffuso sul web (ATTENZIONE: IMMAGINI FORTI):

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Episodi simili sono stati segnalati anche sulle coste del Messico, dove questa attività risulta praticata. In questo secondo filmato è infatti documentato un incidente in superficie. Uno squalo è rimasto incastrato per alcuni secondi, per poi riuscire a tornare in acqua. Anche se l’animale non è deceduto (o almeno, così sembra), è evidente come la gabbia gli abbia procurato ferite e dissanguamenti. Link video:

Chiaramente, quelli documentati nei video qui sopra rappresentano casi eccezionali e non riguardano la maggioranza delle immersioni. Eppure, anche un solo incidente mortale indica la potenziale pericolosità di queste attività, a volte ai danni degli squali, altre volte ai danni dei sub. Il tutto avviene per una forma di “divertimento“. Ne vale realmente la pena? Sarebbe opportuno riflettere su questo e valutare forme alternative di attrazione, come ad esempio l’osservazione degli squali dalle barche, mediante l’utilizzo di videocamere subacquee. L’utilizzo di gabbie per l’osservazione di animali acquatici andrebbe effettuato con molta parsimonia ed esclusivamente da personale esperto con scopi scientifici. E invece, come al solito, la logica del profitto ha portato nel tempo ad investire su vere e proprie attrazioni turistiche che, a causa della loro frequenza, aumentano inevitabilmente il rischio di incidenti. Ricordiamoci tutti di questo fenomeno quando siamo in vacanza all’estero: meglio evitare il finanziamento di queste pratiche pericolose e inutili (se non dannose e mortali) per l’ecosistema marino.

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