Il permafrost ha conservato il “sangue più antico del mondo”, rafforzando le speranze di riportare in vita una specie estinta. Il sangue proviene da un puledro dell’era glaciale che è probabilmente l’animale meglio conservato al mondo di quel periodo. Si tratta nello specifico della carcassa congelata di un esemplare di, un cavallo preistorico vissuto circa 42.000 anni fa. Conosciuto come il cavallo Lena (Equus Caballus Lenensis), si tratta di un’antica specie geneticamente distinta dai cavalli moderni nella regione. Una delle foto diffuse:
“L’autopsia mostra organi interni ben conservati. Campioni di sangue liquidi sono stati prelevati da vasi cardiaci – sono stati preservati allo stato liquido per 42.000 anni grazie a condizioni di sepoltura e permafrost favorevoli. I tessuti muscolari hanno conservato il loro naturale colore rossastro. Ora possiamo affermare che questo è l’ animale glaciale meglio conservato che sia mai stato trovato nel mondo. “
Il Dr. Grigoryev ha rivelato in un’intervista con TASS che il puledro si trova in una condizione eccezionale senza alcun danno visibile. “Questo è estremamente raro per i reperti paleontologici, perché alcuni di essi sono incompleti, frammentati, con gravi deformazioni del corpo o fortemente mummificati “, ha detto l’esperto.
“I capelli del puledro sono intatti sulla sua testa, sulle sue gambe e su parte del suo corpo. La sua coda e la sua criniera sono neri, il resto del corpo del puledro è boro. Avere i capelli conservati è un’altra eccezionalità scientifica in quanto tutti i precedenti cavalli antichi sono stati trovati senza capelli. ” Questo è il secondo mese di intenso lavoro congiunto del team universitario yakutiano e degli scienziati della Sooam Biotech Research Foundation sudcoreana. “I nostri studi hanno dimostrato che al momento della morte il puledro aveva un’età compresa tra 1 e 2 settimane, quindi era appena nato”, ha detto lo scienziato. Video:
La scoperta si aggiunge così alle incredibili scoperte effettuate negli ultimi anni tra mammut congelati, cuccioli di leone delle caverne e persino rinoceronti lanosi. In tutti i casi si è espressa l’ipotesi di poter clonare questi animali prelevando il dna dagli elementi organici di questi antichi animali preistorici.
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