Da una pianta tossica, la tecnologia green rinnovabile.

La pianta in foto si chiama Panace di Mantegazza, arriva dal Caucaso ed è presente anche sul territorio Italiano.
E’ una specie aliena ( Per specie aliena, in biologia, si intende una qualsiasi specie vivente (animale, vegetale o fungo) che, a causa dell’azione dell’uomo (intenzionale o accidentale), si trova ad abitare e colonizzare un territorio diverso dal suo areale storico. cit. Wikipedia) e molto pericolosa anche semplicemente con un semplice contatto, infatti può provocare ustioni a occhi e pelle.

Alcuni ricercatori sono interessati a come creare energia da essa, in particolar modo come produrre batterie.
Questo può diventare realtà utilizzando i suoi steli e realizzare supercondensatori molto più potenti di quelli utilizzati oggi nel campo automobilistico, soprattutto per le auto elettriche.

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Un gruppo di scienziati russi della National University of Science and Technology (NUST) ha lavorato gli steli di questa pianta rendendoli degli elettrodi in grado di immagazzinare energia. Cosi hanno ideato dei supercondensatori che hanno capacità notevoli. Possono, infatti, essere caricati e scaricati quasi contemporaneamente e hanno un numero di cicli carica/scarica molto più elevato rispetto ai condensatori chimici tradizionali. Inoltre hanno una potenza elevata e durano molto di più nel tempo.

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L’idea è creare dei condensatori green a costo zero, infatti questa pianta avendo degli steli con corteccia soda e con nucleo molto morbido, tipo spugna ha caratteristiche ottimali per questo uso. I risultati di questa ricerca sono positivi perchè si tratta di utilizzare soluzioni altamente sostenibili ed inoltre trattandosi di una pianta invasiva, basterà sfruttare la naturale abbondanza di quest’ultima.

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