Sembra che dislessia e genetica siano strettamente collegate, sono state individuate esattamente 42 varianti che sembrano influire sulla dislessia. Per chi ne soffre, rappresentare parole e suoni è difficoltoso. E’ una difficoltà nella lettura dei bambini che non hanno presentato fino a quel momento alcun tipo di problema.
E’ il problema più diffuso tra i bambini di scuola primaria in Italia, si stima che si aggiri tra il 2 e il 4%, ma questo non è certo perchè in alcuni casi non viene diagnosticato. Oggi grazie ad uno studio pubblicato su Nature Genetics, si conosce qualcosa in più.
Il team guidati da Michelle Luciano, psicologa dell’Università di Edimburgo, hanno eseguito una ricerca sull’intero genoma su 1,1 milioni di adulti di origine europea. 51.000 dei soggetti avevano una diagnosi ufficiale di dislessia. Hanno cercato varianti genetiche legate a questo problema, nell’intero genoma umano, mettendo a confronto persone sane e quelle con le persone affette.
Ecco che cosa vede un dislessico quando legge. Daniel Britton, a cui è stato diagnosticata la dislessia da adulto, ha inventato un font che potesse spiegare agli altri cosa vede un dislessico.
Nella ricerca sono state trovate 42 varianti genetiche che rendono differente chi soffre di dislessia da chi invece non ne soffre. Più è alto il numero di varianti differenti, più è alto i rischio di dislessia. Non è neanche corretto dire che chi ha queste alterazioni soffra per forza di dislessia,ma semplicemente è più predisposto.
Per quanto si possa pensare che essendo una cosa genetica non possa cambiare, al contrario i geni agiscono nell’ambiente e quindi possono mutare in base ad esso. Alcune varianti genetiche sono legate a quelle dell’ ADHD ( problema di iperattività e attenzione), ma lo studio è appena iniziato, quindi la strada è lunga.